Psicoterapia Breve Strategico-Interazionista
TIB (Terapie Innovative Brevi)
La psicoterapia breve strategico-interazionista è un modello di intervento sui problemi umani di tipo pragmatico: l’obbiettivo è risolvere concretamente il problema.
La terapia raggiunge l’obbiettivo quando la persona non si sente più bloccata dal problema nella vita quotidiana: il passaggio è dal subire al gestire aspetti di se stessi che sono diventati problematici.
Questo modello di terapia utilizza due strumenti per determinare il cambiamento:
Le prescrizioni comportamentali:
viene chiesto alla persona di eseguire determinati comportamenti fra una seduta e l’altra. Questa tecnica terapeutica ha l’obbiettivo di realizzare esperienze concrete di superamento del problema, le quali attraverso una reiterazione guidata dal terapeuta, genereranno l’apprendimento di strategie specifiche per gestire in modo funzionale gli aspetti rispetto ai quali la persona ha chiesto aiuto.
E’ una psicoterapia pragmatica: se so cosa fare per gestire il problema, quando il problema si presenta non mi spaventerà più, e non sarà più un vero problema.
Il dialogo in seduta:
la comunicazione utilizzata durante gli incontri non ha l’obbiettivo di rendere consapevole la persona del modo corretto o giusto di vedere un determinato aspetto della sua vita, in quanto il terapeuta non viene visto come un conoscitore di verità. L’obbiettivo della comunicazione terapeutica è quello di modificare una prospettiva soggettiva che genera sofferenza, in una prospettiva diversa e più funzionale.
E’ una psicoterapia costruttivista: le persone non soffrono per le cose in sè ma per il significato che attribuiscono alle cose, la psicoterapia si occupa della trasformazione di questi significati.
La psicoterapia breve strategico-interazionista è un intervento che ha una durata minore rispetto ad altri modelli di psicoterapia: ha una durata media di 15 sedute.
La durata minore dipende dal fatto che non si ritiene la consapevolezza delle cause del problema come elemento necessario per risolverlo, per cui l’intervento non prevede l’analisi del passato. L’intervento è diretto sul presente e si focalizza sui fattori che mantengono e alimentano il problema.
E’ una psicoterapia sistemica:
il problema è un circolo vizioso che deve essere sbloccato e riorientato.
L’intervento non si incentra solo sulla singola persona che viene in terapia ma prende in considerazione il contesto relazione in cui essa è inserita, in quanto quest’ultimo è influenzato e influenza il problema per cui viene chiesto aiuto.
Le strategie e le tecniche terapeutiche utilizzate sono riprese e elaborate dalla tradizione della terapia breve strategica che ha origine a partire dalla fine degli anni sessanta al
Mental Research Institute (MRI) di Palo Alto in California.
Gli studiosi della scuola di Palo Alto hanno sperimentato e elaborato un modello di terapia breve che si focalizza sul modificare il significato disfunzionale che il paziente dà alla realtà, attraverso tecniche specifiche che non sono finalizzate ad aumentare il livello di consapevolezza ma a determinare un cambiamento concreto. Il criterio operativo fondamentale individuato da questi autori, e che costituisce ancora oggi un punto di riferimento fondamentale per la pratica della terapia breve, è quello di tentata soluzione disfunzionale: ciò che il paziente realizza per risolvere il problema può paradossalmente complicarlo ancora di più e impedire una risoluzione del disagio psicologico.