Disturbi depressivi


Sono come una marionetta rotta con gli occhi rivolti verso l’interno”

Anonimo


I disturbi depressivi si presentano con diversi sintomi, i principali, come riportato dai più importanti manuali psico-diagnostici riguardano: umore depresso, ideazione negativa (es. riguardo il futuro), apatia, maggiore faticabilità, scarsa motivazione, inattività, rallentamento cognitivo e motorio, inappetenza, disturbi del sonno e dell’alimentazione, mancanza di interessi, incapacità di provare piacere e soddisfazione nella vita ecc…

Partendo da una prospettiva teorica sistemico-costruttivista, ritengo che alla base di questi sintomi ci possono essere più processi, che portano la persona ad entrare nel tunnel depressivo, pertanto non penso che ci sia un’unica spiegazione causale alla base di questo problema.

Di seguito elenco ed espongo i meccanismi che possono determinare questo disturbo, e sui quali si focalizza l’intervento clinico.

Depressione come reazione ad eventi di vita: tutti prima o poi ci imbattiamo nel corso della nostra esistenza in eventi negativi, pensiamo ad esempio al lutto di persone care. Provare emozioni negative in queste circostanze è un fenomeno naturale, rabbia e dolore costituiscono parte integrante del processo che ci permette di superare l’evento negativo. Tali reazioni naturali si strutturano in un disturbo depressivo quando la persona non è capace di “concedersele” ma le combatte, ottenendo l’effetto contraddittorio di prolungarle nel tempo e di esasperarle nella loro intensità. Come recita un aforisma di R. Frost: “il miglior modo per venirne fuori è passarci nel mezzo”.

Depressione come effetto di altri disturbi: molto spesso la sintomatologia depressiva è la conseguenza di un altro disturbo psicologico: una persona che deve eseguire tantissimi rituali al giorno o che si chiude in casa per prevenire attacchi di panico, chiaramente svilupperà nel tempo una reazione depressiva legata agli impedimenti e all’invalidazione dei problemi che ha, nei confronti dei quali, dopo una lotta lunga ed estenuante è uscita perdente e arresa. L’intervento consisterà nel considerare la depressione come la conseguenza di un altro disturbo (su cui si interviene primariamente) e non come la causa dei sintomi negativi lamentati dalla persona.

Depressione come risultato di un paradosso: fra i principali paradossi pragmatici, cioè che riguardano la nostra vita, c’è quello che Paul Watzlawick definisce come il paradosso del “sii spontaneo”: ovviamente è impossibile essere volontariamente spontanei, riportato nella depressione, è impossibile essere volontariamente positivi, o avere intenzionalmente sensazioni piacevoli. L’effetto è che più la persona si sforza in questa direzione più ottiene l’opposto, sentendosi in colpa per non riuscire a sentire le sensazioni che “dovrebbe sentire”. Spesso questo messaggio paradossale viene inviato dagli altri: “non ti manca niente perché sei triste”, “la vita è bella, sorridi”, “vai in camera tua e torna quando ti viene il sorriso”, ponendo la persona in una situazione insostenibile.

Depressione come risultato di processi di illusione-delusione: Tutti abbiamo delle certezze (a me non capiterà mai quella cosa, a me lei non farebbe mai una cosa del genere, mio figlio è un bravo ragazzo, ecc..) ma cosa succede quando l’esperienza incrina e poi distrugge tali certezze? In queste circostanze possiamo avere una reazione depressiva in quanto la persona può preferire “non vivere” che accettare il cambiamento e modificare le proprie idee adattandole alla situazione reale. Tale circostanza può essere paragonata ad un lutto che riguarda la morte della propria visione del mondo, ritenuta dalla persona assolutamente certa, e la cui rottura determina uno sconforto tale che le impedisce di andare avanti e di dare un nuovo significato alla propria vita.

Depressione come effetto di una credenza: La sintomatologia depressiva elencata all’inizio di questo scritto può essere l’effetto di una convinzione negativa che la persona ha, rispetto se stesso, gli altri o il mondo in generale. Per esempio: “sono sempre stato un incapace, non farò mai niente di buono nella vita”, oppure “la società è marcia e corrotta, che senso ha fare qualcosa”. La diretta conseguenza di queste idee rigide è ovviamente la rinuncia che porta con se tutta la sintomatologia depressiva.

La terapia breve strategica della depressione si basa sul dare alla persona degli strumenti per attenuare o azzerare i vissuti depressivi e inoltre sul modificare le dinamiche relazionali implicate, che costituiscono il nucleo da cui si sviluppa il disturbo.