GIOCHI SENZA FINE NELLE RELAZIONI

Secondo la Pragmatica della Comunicazione gli essere umani danno un significato alle relazioni che si basa sul concetto di causa-effetto. L’esempio più chiaro lo troviamo nei litigi di coppia: la moglie non sopporta l’atteggiamento chiuso del marito e lo brontola, il marito non sopporta che la moglie lo brontoli e si chiude.

Moglie e marito danno un significato differente alla loro relazione in termini di causa-effetto ( e di responsabilità): per la prima la causa dei problemi relazionali sta nella chiusura del marito che la spinge a brontolare, per il secondo sta nella moglie che lo brontola e lo spinge a chiudersi.

Queste due differenti visioni (punteggiature) spesso sono implicite, nel senso che i membri del conflitto non ne sono consapevoli, e conducono a reazioni aggressive che entrambi ritengono giuste, dal proprio punto di vista.

Tale situazione in cui entrambi si ritengono nel giusto, in quanto considerano il proprio comportamento come reazione rispetto a quello dell’altro crea un’empasse, un gioco perverso che può andare avanti all’infinito, a meno che i due non siano disposti a metacomunicare.

Per metacomunicare si intende parlare della propria relazione ossia “vedere da fuori” che se non vengono abbandonate le reciproche posizioni, e la logica causa-effetto e della responsabilità (che viene vista da entrambi come la più razionale e “vera”), le cose non potranno mai cambiare.

Per cambiare un gioco senza fine il primo passo è vedere le regole del gioco, ma questo per chi è “coinvolto” all’interno di questa spirale, in cui ognuno ha ragione, risulta molto difficile.

La psicoterapia persegue questo obbiettivo mettendo in risalto tale dinamica relazionale ed uscendo dallo schema “chi a ragione” e “chi no”, pragmaticamente è fondamentale che le persone sentano e poi capiscano la trappola che si sono costruite.

A tal riguardo è necessario che ciascuno metta in dubbio le proprie premesse, ovvero ciò che ritiene “vero”, “giusto” ecc.. e che riconosca che entrambi sono responsabili del conflitto.

Ritornando all’esempio basta che uno dei due che si sia reso conto “del gioco che stanno giocando” faccia un passo indietro rispetto alla propria posizione: se  il marito cessa di chiudersi la moglie di conseguenza brontolerà meno, se  la moglie cessa di brontolare il marito cesserà di chiudersi.

In ultima analisi sembrerebbe che il più debole sia il più forte in quanto, capendo la dinamica relazionale, abbandona la sua visione della realtà salvando la relazione.