Difficoltà negli studi
Nella pratica clinica ultimamente mi sto imbattendo sempre più spesso in ragazzi e giovani uomini, che mi portano come problema da affrontare, difficoltà negli studi di vario genere. Si tratta principalmente di studenti del liceo e dell’università che per qualche motivo si sentono bloccati, non riescono a studiare, a fare le interrogazioni, vanno male a scuola, sono fermi con gli esami.
Da un punto di vista psicologico il problema di fondo è un funzionamento di tipo fobico o ossessivo, che impedisce di studiare con profitto.
La fenomenologia ossessiva comprende lo sforzarsi eccessivamente impedendo processi spontanei come l’attenzione, la memorizzazione e la comprensione, l’iper-perfezionismo e il mettersi costantemente alla prova.
La fenomenologia fobica comprende, invece, la procrastinazione, l’evitamento e la rinuncia.
Le due componenti (come per altri tipi di problemi) sono in realtà collegate, nel senso che prima la persona cerca di controllare-padroneggiare ciò di cui a timore, poi non riuscendoci è portata dall’ansia ad evitare e infine ad arrendersi.
Rispetto i meccanismi psicologici alla base dei problemi di studio sono state elaborate, all’interno della corrente delle psicoterapie strategiche-sistemiche specifiche tecniche di intervento, che in molti casi possono condurre ad uno sblocco della difficoltà in breve tempo.
E’ importante sottolineare che dopo lo sblocco è fondamentale guidare il giovane ad apprendere una metodologia di studio adeguata e proficua. In molti casi il problema presentato è solo “metodologico”, ovvero lo studente presenta uno studio disorganizzato rispetto ai metodi e ai tempi.
Per quanto riguarda i tempi di studio i casi più diffusi consistono in studenti che studiano dalla mattina alla sera, dal giorno alla notte, senza darsi una regola, creando il paradosso per cui più tempo mi concedo per studiare meno riesco a fare. In questi casi l’indicazione terapeutica consiste nel ritagliarsi spazi definiti in cui studiare e spazi definiti in cui fare tutt’altro (es: “ la mattina studi 2 ore intervallate da 20 minuti, la sera 3 ore intervallate da 20 minuti”).
Per quanto riguarda il metodo di studio si possono rilevare diversi errori, che corrispondono nella maggior parte dei casi nell’irrigidimento di una determinata strategia di studio. Per esempio ragazzi che non fanno schemi ma riassunti dei libri, ragazzi che per memorizzare continuano a ripetere incessantemente, ragazzi che sottolineano tutto, ragazzi che se non sono certi di aver capito non vanno avanti ecc…
Il metodo migliore di studio è costituito da un equilibrio fra sintesi e analisi, e da un’appropriazione personale dei contenuti di studio.
Rispetto al primo punto è importante leggere tutto senza cercare di capire, per avere una visione globale, e poi rileggere e sottolineare le cose più importanti per avere una visione più approfondita, alla fine si possono fare degli schemi “molto schematici” per fissare le idee e rielaborarle.
Per quanto riguarda il secondo punto è importante specificare che “il ripetere” migliora l’esposizione e non la memorizzazione, quindi l’idea che più ripeto più memorizzo è forviante. Per memorizzare davvero qualcosa lo devo prima comprendere, ovvero la memorizzazione è un effetto della comprensione, ma per capire è fondamentale una elaborazione personale dei contenuti, ovvero lo studente deve cercare di “fare sue” le cose che studia creando collegamenti, similitudini, critiche, mappe concettuali, dialoghi con se stesso e con gli autori, schemi riassuntivi, sintesi creative ecc…
Bibliografia
Bartoletti, A. (2013). Lo studente strategico. Ponte alle Grazie, Milano
Nardone, G., Balbi, E., & Boggiani, E. (2024). Adolescenza in bilico. Ponte alle Grazie, Milano