La Prigione del Perfezionismo

Molti problemi umani nascono dal portare all’eccesso un comportamento di per sè positivo, che in tal modo da punto di forza si trasforma in difficoltà e nel peggiore dei casi in un disturbo.

L’esempio più lampante è quello del perfezionismo.

Far bene le cose, cercare di raggiungere il miglior risultato possibile è sicuramente una caratteristica personale positiva che determina successi e soddisfazioni in vari ambiti di vita, sopratutto in quello lavorativo.

Ma la “perfezione” è un concetto astratto che mal si adatta alla vita di tutti i giorni, dove le cose, nonostante i nostri sforzi, non sempre vanno come vorremmo.

L’errore e l’imprevisto sono la regola.

Molte persone non accettano questo aspetto ineludibile della realtà ed ingaggiano una lotta molto dispendiosa, e già persa in partenza, per raggiungere la perfezione in quello che fanno: sul lavoro deve essere tutto sotto controllo, come in famiglia nella gestione dei figli e delle relazioni interpersonali.

I ritardi non sono tollerati, così come le dimenticanze, quando qualcosa non va ed esce dagli schemi si prova una sensazione di rabbia ed impotenza.

Tutto ciò che non si può controllare crea disagio, in primis le altre persone, in quanto entità vive , mutevoli e imprevedibili, sulle quali il controllo è più difficile da applicare rispetto agli oggetti e ad altri ambiti di vita che non prevedono il rapporto con gli altri.

Ciò che chiamiamo perfezionismo, in ambito esistenziale, corrisponde alla tendenza della persona ad avere tutto sotto controllo facendo riferimento ad un determinato schema personale, questo può avere vari contenuti: moralità, pulizia e igiene, idee politiche, ordine ecc…

E’ come se la persona percepisse un solo modo “giusto” di comportarsi: il suo!

La reazione psicologica individuale più frequente è una sensazione di ansia continua collegata al tentativo incessante di avere tutto sotto controllo, e la frustrazione e la rabbia in corrispondenza degli imprevisti che vanno a “rovinare” l’ordine personale.

Sul piano relazionale spesso si trova l’intolleranza e la chiusura verso gli altri quando hanno idee differenti, come se si fosse incapaci di capire il punto di vista altrui.

Se tale modalità psicologica si irrigidisce il perfezionismo può diventare una prigione che limita la libera espressione della persona nei diversi ambiti della vita: questa è vincolata a delle leggi che si è auto-imposta e di conseguenza non è più libera di scegliere.

In ambito psicoterapeutico sono state individuate tecniche specifiche che vanno a rompere queste catene: lo stratagemma è quello di rompere l’eccesso di controllo utilizzando la  forza della stessa tendenza al controllo.

Se si vuole avere il controllo della propria tendenza al controllo, bisogna inserire piccoli elementi di disordine che vengono realizzati volontariamente dalla persona.

Questo determina lo sviluppo graduale di una maggiore elasticità: l’eccesso di ordine porta al grande disordine, il piccolo disordine mantiene l’ordine.

(Articolo di Francesco Tinacci per 5-Avi.Net)