Disturbi Nella Comunicazione
Secondo un approccio alla psicoterapia sistemico-costruttivista il disturbo del paziente non è qualcosa che è dentro di lui, e che per guarire deve essere decodificato e reso consapevole. Per fare un esempio “i sintomi lamentati sono il risultato di una forte rabbia verso la madre, che è stata repressa.”
Allo stesso modo secondo questo modello il problema non è il risultato di un avvenimento esterno, per esempio” il paziente presenta i sintomi perché ha avuto un’educazione genitoriale sbagliata.”
Il problema è invece il risultato di un’interazione disfunzionale che coinvolge la persona ed il suo ambiente, quindi non è né dentro né fuori, risiede nel rapporto.
La psicoterapia che segue un modello sistemico interviene sul cambiare questo rapporto pertanto la prima domanda alla quale deve rispondere è “come funziona il problema” e non “qual è la causa del problema”, in quanto come abbiamo detto, questa non risiede né dentro né fuori di lui.
La patologia si presenta nella relazione che il paziente ha con se stesso e con gli altri, e tale relazione si concretizza attraverso la comunicazione, si può dire pertanto che non è la persona ad essere malata ma la comunicazione.
Riporto tre esempi di disturbo della comunicazione e le psicopatologie associate, riprendendo un articolo di Paul Watzkawick, che col gruppo di Palo Alto ha studiato la cura dei disturbi mentali, concentrandosi sugli aspetti sistemico relazionali.
Chi viene biasimato per la propria percezione della realtà, può incominciare a diffidare dei propri sensi ed esperire un senso di insicurezza e dubbio, che spingerà gli altri a spronare maggiormente la persona a “vedere le cose nel modo giusto”. La persona si perde così in una ricerca di senso e di sicurezza che non riesce mai a trovare, fino a ritirarsi dai contatti o esasperare la ricerca di significato approdando a teorie sempre più “elaborate”. Questa condizione si avvicina alla diagnosi di schizofrenia.
Chi viene criticato per il fatto di provare certi sentimenti, si sentirà in colpa per “non sentire i sentimenti giusti”, e questo stesso sentimento di colpa, allo stesso modo, può diventare un’emozione negativa da non dover provare. Tale dinamica relazionale prima con gli altri e poi della persona con se stessa, crea una condizione clinica che si avvicina alla diagnosi di depressione.
Chi riceve una comunicazione che prescrive un dato comportamento ma allo stesso tempo lascia intendere che il comportamento desiderabile è il contrario, si trova in una condizione paradossale per cui per obbedire deve essere disobbediente. Il prototipo di questa forma di comunicazione è “ fai ciò che dico e non ciò che vorrei che facessi”. Un esempio sono i genitori che pretendono che il figlio rispetti le regole e che al contempo sia spavaldo e disinibito. Un tipo di comunicazione di questo tipo genera problemi legati alla condotta e instabilità della personalità.