Riflessioni sulla psicoterapia: depressione e sindrome del camaleonte
Nella pratica clinica mi imbatto sempre più spesso in problematiche di tipo depressivo, scaturite dall’incapacità di costruire relazioni stabili e durature. Alla base di tali forme di sofferenza è frequente rilevare una modalità psicologica-relazionale tipica, che chiamerò sindrome del camaleonte. Questo problema, almeno per la mia esperienza, riguarda sopratutto le donne.
Il copione relazionale che costituisce la sindrome del camaleonte si basa sull’intenso bisogno di ottenere l’amore e la vicinanza dell’altro, con l’obbiettivo (che spesso diventa un ossessione) di raggiungere la definitiva realizzazione in campo affettivo-sentimentale (“il trovare la propria anima gemella” o “l’amore della propria vita”). Chi è vittima ed artefice di questo problema fa di tutto per trovare quello giusto e, una volta trovato, fa di tutto per mantenere la storia.
La modalità principale per ottenere ciò, è quella di plasmare la propria identità su quella dell’altro, che vuol dire assecondarlo in tutto compresi gli interessi e le inclinazioni personali. Per fare qualche esempio semplicistico ma che rende bene l’idea, se gli piace il calcio (“ed io non lo sopporto”) vado alle partite, se gli piace il mare andiamo in vacanza al mare (“anche se io preferisco la montagna”). Come un camaleonte si annulla la propria identità in nome dell'”amore”.
Ma proprio questi tentativi esasperati di creare la coppia perfetta e scongiurare una rottura inaccettabile ,sono ciò che conducono all’esito negativo della storia sentimentale. Questo per vari motivi, in primis perchè si costruisce un’atmosfera artificiale e priva di quei reciproci- inevitabili contrasti, che sono generati dalle differenze e che alimentano la vitalità della relazione. Inoltre chi fa il camaleonte appare senza personalità e di conseguenza, alla lunga poco attraente.
Il nodo fondamentale che conduce allo strutturarsi di un disturbo depressivo consiste in quello che avviene dopo la fine della relazione. Il camaleonte invece di correggersi insiste con ancora più perseveranza nel proprio copione disfunzionale, illudendosi che prima o poi la sua condizione di solitudine si sbloccherà. Come è facile prevedere otterrà al contrario delusioni sempre più cocenti, con il rischio di rinunciare alla vita sentimentale.
La psicoterapia ha l’obbiettivo di interrompere tale schema relazionale attraverso esperienze che conducono il paziente a scoprire che il “dire di no” aumenta la desiderabilità, e che solo interrompendo la folle ricerca di qualcuno lo riuscirà finalmente a trovare.