COME COSTRUIAMO IL NOSTRO SENSO DI IDENTITA’?

Il senso di identità di ognuno di noi, ovvero chi sentiamo di essere e in termini più cognitivi, l’idea che abbiamo di noi stessi, non è qualcosa che definiamo o decidiamo “a tavolino”.

I fattori più importanti che ci permettono di riconoscerci e sentirci a proprio agio, sono costituiti dalle esperienze di vita che portiamo avanti, e in un certo senso reiteriamo per sentirci noi stessi.

Facendo un esempio apparentemente banale il tifoso di una squadra di calcio andando allo stadio conferma sempre di più a se stesso il fatto di appartenere a quella bandiera, il manager che lavora sodo e ottiene rispetto e riconoscimenti convalida l’idea che “lui è un uomo di successo”.

Il problema si verifica quando il nostro senso di identità viene disconfermato dalle esperienze.

Per esempio, per uno scherzo del destino il nostro ipotetico tifoso è costretto per mancanza di posti a seguire la sua squadra del cuore nella curva degli avversari, o il nostro manager colleziona casualmente due insuccessi consecutivi o gli affiancano un collega più bravo di lui.

Queste situazioni possono essere vissute con più o meno disagio.

La soluzione consiste nella flessibilità, ovvero come un equilibrista coltivare il proprio senso di identità ,perché l’assenza di questo è il vuoto, e allo stesso tempo non irrigidirsi troppo e concedersi piccole incoerenze che ci danno la preziosa possibilità di evolverci: il tifoso scopre che la tifoseria avversaria non è poi così tanto male, il manager scopre che può migliorarsi attraverso gli errori e il confronto con gli altri.